La chiesa parrocchiale di Ombriano
Dedicata a Maria Assunta e costruita fra il 1786 e il 1796-97, su un luogo destinato al culto sin dal XI secolo.
Sorge in sostituzione di un edificio di dimensioni corrispondenti a circa la metà della chiesa attuale. Tracce murarie rinvenute sotto la pavimentazione confermano la presenza di strutture preesistenti risalenti ai secoli XI e XVI.
La struttura architettonica si ispira, seppur con un linguaggio più semplice e lineare, alla chiesa di San Benedetto in città, progettata dall’architetto milanese Francesco Maria Richino e risalente ai primi anni Venti del Seicento. Questo legame, apparentemente curioso, trova spiegazione nelle vicende storiche della chiesa e della comunità religiosa di Ombriano, che dal 1155 al 1771 dipese dai monaci benedettini di San Benedetto e dai Canonici Regolari Lateranensi che nel 1520 subentrarono ai benedettini. Ad essi spettava il compito di nominare e stipendiare il parroco di Ombriano, diritto che nel 1771, con la dipartita dei canonici, passò prima alla famiglia Giavarina e poi alla famiglia Sangiovanni Toffetti, acquirenti dei beni dell’abbazia di San Benedetto.
Pertanto nel 1786, anno di inizio dei lavori, da tempo la comunità ombrianese non aveva più alcun legame ufficiale con la chiesa di San Benedetto in città, ma evidentemente continuava a considerarla un riferimento importante, tanto da sceglierla come modello architettonico.
Rispetto a quella, la nostra chiesa presenta chiari riferimenti nella facciata (bipartita da una cornice aggettante e divisa nell’ordine inferiore e in quello superiore rispettivamente in cinque e tre campi da lesene, sormontata da un timpano triangolare), ma anche nell’organizzazione dello spazio interno che prevede un’unica grande navata con copertura a volta. Nelle pareti laterali dell’aula si aprono due grandi cappelle alternate a nuclei murari leggermente avanzati e inquadrati da alte lesene: ospitano piccole cappelle, gli ingressi sul lato nord e l’accesso alla sagrestia. Tale soluzione denuncia un’ispirazione classica e romana: il motivo delle due cappelle minori che affiancano la maggiore ricorda lo schema dell’arco trionfale romano a tre fornici. Le lesene che ritmano le pareti sorreggono una trabeazione; su di essa si imposta la copertura che, nella sua articolazione, riprende quell’alternanza già vista nelle pareti, ovvero tre archi in corrispondenza delle cappelle minori e due campate a vela in corrispondenza delle cappelle maggiori. Il presbiterio è di minore larghezza rispetto alla navata: è coperto da una cupoletta e si conclude con un’abside semicircolare.
Nel 1792, quando i lavori erano ancora in corso, il dott. Francesco Sangiovanni Toffetti nominò parroco don Angelo Cerioli, il quale guidò la chiesa e la parrocchia di Ombriano negli anni cruciali del completamento dei lavori e lasciò un’importante testimonianza scritta di quanto accadde in quel periodo. Grazie a tale documento sappiamo che egli condusse il cantiere con il completamento del cornicione e dei capitelli, la realizzazione del coro ligneo e l’intonacatura di tutto l’interno; nel 1796 venne costruita la sagrestia e venne tinteggiato l’interno della chiesa, portando quindi i lavori a compimento. A quel punto la chiesa ricevette una prima benedizione; per la consacrazione si dovette aspettare il 1° ottobre 1865, come ricorda l’iscrizione al di sopra della bussola d’ingresso.
Nel 1797 possiamo dire che l’edificio già possedeva la configurazione attuale, ma l’interno appariva molto più spoglio. Infatti era arredato solo con l’altare maggiore -proveniente da una chiesa del Canton Ticino e acquistato dallo stesso don Angelo Cerioli nel 1794- e da sei tele di Gian Giacomo Barbelli con Storie della Vergine provenienti dall’edificio precedente e visibili ancora oggi lungo le pareti laterali, sopra gli archi delle cappelle minori. Ricordiamo che Gian Giacomo Barbelli è il più importante pittore cremasco della prima metà del Seicento, l’unico pittore barocco di tutta la Lombardia; egli realizzò tale ciclo nel 1639, come documenta la scritta sul cartiglio dell’ultima tela. Questa data testimonia che il ciclo di Ombriano fu la prima impresa decorativa barbelliana realizzata interamente a olio, fatto inedito per un frescante. Le sei tele sono apprezzabili per le scelte cromatiche (colori brillanti, accesi e ben contrastanti), per le forme ampie e per i panneggi che sembrano quasi gonfiati dal vento, nonché per il gusto del dettaglio, in grado di conferire concretezza ed efficacia alle storie religiose narrate.
Era evidente la necessità di completare per quanto possibile anche la dotazione degli interni. Per far questo don Angelo Cerioli sfruttò gli eventi politici del momento e le conseguenti soppressioni napoleoniche, acquistando le opere d’arte provenienti dai luoghi di culto ormai chiusi.
Nel 1799 egli acquistò all’asta dalla chiesa di San Francesco e da altri edifici soppressi altari e pale, costituendo una ricca e rappresentativa collezione d’arte cremasca dei secoli XVII-XIX.
Qui di seguito una rapida presentazione dell’interno della chiesa.
Prima cappella maggiore a sinistra: fu dotata dell’Altare di San Ludovico (già nella chiesa di San Francesco), ma con nuova dedicazione a San Francesco di Paola; l’altare fu completato con una pala di Gian Giacomo Barbelli raffigurante proprio San Francesco di Paola (oggi perduta). Attualmente l’altare è dedicato al Sacro Cuore di Gesù, come suggerisce la statua lignea. L’antica dedicazione è ricordata dalla piccola tela che si trova in alto, al centro del timpano spezzato, opera di Fra’ Luigi Cerioli.
Questo è un altro nome importante della nostra chiesa, non tanto per meriti artistici, quanto piuttosto per un legame affettivo. Infatti fu un ombrianese che trascorse gran parte della sua vita a Roma; oltre alla tela di San Rocco egli ha lasciato nella chiesa del suo paese la serie della Via Crucis dipinta del 1799 su commissione delle sorelle Voltolini (ancora oggi campeggia sulle grandi lesene che ritmano l’interno della chiesa e in controfacciata).
Seconda cappella maggiore a sinistra: dedicata a San Giovanni Evangelista con altare proveniente dalla chiesa di San Francesco e quadro raffigurante il Martirio di San Giovanni Evangelista donato da Lorenzo Sangiovanni Toffetti nel 1796 che, per l’occasione, vi si fece ritrarre insieme alla moglie. Si tratta di un’opera di fine sec. XVI- inizio sec. XVII, opera di un artista che si è firmato “MF” ma che non è ancora stato identificato.
Prima cappella maggiore a destra: dedicata a Sant’Antonio da Padova e San Rocco. Altare e pala provengono dalla chiesa di San Francesco, dove erano stati realizzati per volontà di Giovanni Battista Zurla (un ex-voto a ricordo del figlio miracolato). Il dipinto è opera di Pietro Damini, artista veneto attivo nei primi decenni del sec. XVII. Il fatto miracoloso risale al 1630-1631.
Seconda cappella maggiore a destra: dedicata alla Beata Vergine. Altare e pala sono di Giambettino Cignaroli e provengono dalla soppressa chiesa della Purificazione di Maria dei Disciplini, presso San Giacomo a Crema. La pala è un’opera importante del Cignaroli, notevole artista veronese molto attivo in città nella prima metà del Settecento.
Sempre grazie alla testimonianza scritta lasciata da don Angelo Cerioli sappiamo che alla fine del Settecento, terminato il nuovo edificio, la famiglia Sangiovanni Toffetti donò anche le due grandi tele che si trovano in controfacciata, opera di Tommaso Pombioli, artista cremasco di poco più giovane del Barbelli. Esse raffigurano l’Adorazione dei Magi e l’Adorazione dei pastori. Realizzate con struttura speculare, vi si nota il gusto per il realismo dei volti e per la descrizione dettagliata degli abiti, come si può osservare soprattutto nel quadro dei Magi nelle figure dei re e di alcuni personaggi del seguito vestiti secondo la moda del tempo.
A fine Settecento in chiesa vi erano già anche i tre dipinti che abbelliscono l’abside: due tele di Giovanni Battista Lucini, raffiguranti due diversi episodi della Fuga della Sacra famiglia in Egitto e la pala centrale con la Madonna con Gesù Bambino, San Gottardo e Santa Caterina di Vittoriano Urbino. Lucini è un pittore della seconda metà del Seicento, anticipatore di soluzioni luministiche e coloristiche settecentesche; nei suoi quadri il colore si fa talora chiaro e leggero, quasi monocromo.
Vittoriano Urbino fu un pittore della seconda metà del sec. XVI, nipote del ben più famoso Carlo Urbino e da questi avviato all’arte della pittura.
Sul lato destro, fra le due cappelle maggiori, si trova la cappellina della Madonna del Rosario, ove si conserva l’altare più bello della chiesa realizzato nel 1820 in marmi policromi intarsiati; nella stessa cappella si vede la statua lignea della Madonna del Rosario che riprende elementi della Donna dell’Apocalisse (veste bianca, manto azzurro, corona di dodici stelle e crescente di luna sotto i piedi).
L’altare maggiore che oggi domina il presbiterio venne fatto realizzare appositamente per la chiesa di Ombriano nel 1819, in sostituzione di quello acquistato da don Angelo Cerioli. È in marmi policromi (rosso di Verona, grigio e nero) con ciborio a forma di tempietto.
Nel 1890 il pittore Angelo Bacchetta venne incaricato di realizzare la decorazione generale dell’interno, eseguita ad affresco e con stucco e tempera.
Tale intervento ha avuto il merito di raccordare gli elementi preesistenti completando alcune soluzioni architettoniche, nonché di aver abbellito la chiesa con delicate cromie che ne hanno esaltato le linee costruttive. Si pensi ai grandi finestroni che sono stati dotati di cornici in cui stucco e pittura si fondono, come per esempio nella finestra della controfacciata.
Sulle pareti e sulla volta di copertura sono state realizzate numerose specchiature che hanno il compito di movimentare la superficie muraria e di inquadrare elementi decorativi, come avviene anche accanto all’organo e al contr’organo dove vi sono due riquadri al cui centro campeggiano strumenti musicali di varie fogge appesi ad una grande borchia. Essi sembrano pesare e incombere nello spazio della celebrazione eucaristica, tanto è efficace l’illusionismo tridimensionale della pittura del Bacchetta.
Talvolta i dipinti integrano l’architettura, come sulle pareti del presbiterio dove finte lesene dipinte reggono le cantorie.
Ma oltre a tutto questo la pittura del Bacchetta parla al fedele, rafforza il valore liturgico dell’edificio e contribuisce a trasmettere il messaggio religioso e di speranza della parola di Dio.
Per questo nella vele delle due campate vi sono i ritratti di quattro profeti: sono coloro che hanno anticipato la venuta di Cristo; sulla volta di copertura, al vertice dei tre arconi, vi sono altrettante finestre aperte sul cielo con angioletti che portano in trionfo gli strumenti della passione di Cristo, sacrificio necessario per la redenzione degli uomini. Nei pennacchi di raccordo fra le pareti del presbiterio e la cupoletta sovrastante vi sono i quattro Evangelisti con i rispettivi simboli realizzati in stucco: sono coloro che hanno parlato di Cristo e del suo operato sulla terra; nella cupoletta lo spazio del presbiterio sembra aprirsi verso l’azzurro nel quale leggera sale la Vergine Assunta, quasi a garantire che il sacrificio di Cristo non è stato vano ma ha aperto a tutti la strada del cielo, regno di Dio. È questo il messaggio espresso dalla Chiesa di Dio, rappresentata dai simboli liturgici, vescovili e papali raffigurati sulla volta della navata.
Consacrazione della nostra chiesa parrocchiale 1° ottobre 1865
La cerimonia di consacrazione
Domenica 1° ottobre 1865: il Vescovo di Crema mons. Pietro Maria Ferrè consacra la chiesa parrocchiale di Ombriano in onore della Madonna Assunta. Ricorre perciò il 150° anniversario della consacrazione della nostra chiesa. È una ricorrenza importante perché è paragonabile alla nostra data di Battesimo e Cresima essendo la consacrazione quell’atto che rende sacro l’edificio con la benedizione dell’acqua e con l’unzione dell’Olio Santo. Quello della consacrazione è stato sicuramente un rito grandioso e solenne.
Inizia con la recita dei Salmi e le litanie dei Santi. Il Vescovo asperge il tempio dall’esterno e bussa per tre volte alla porta centrale dicendo “Alzate le porte ,… ha da entrare il Re della Gloria”. Allora le porte si aprono, il Vescovo entra in chiesa e giunto in mezzo alla navata intona il “Veni Creator”. In seguito consacra l’altare e purifica tutta la chiesa con l’acqua santa. Sono poi aperte le porte, ma i fedeli non sono ancora ammessi. Portate poi solennemente verso la chiesa le reliquie, il Vescovo unge di Crisma i due stipiti della porta e processionalmente entra in chiesa con tutti i fedeli. Il Vescovo depone le reliquie nell’altare le cementa e con il crisma unge di olio l’altare. L’altare è incensato in continuazione mentre il Vescovo unge di Crisma le dodici croci scolpite sulle colonne. Poi unge, benedice e incensa i paramenti e i simboli sacri. Dopo le ultime orazioni inizia la solenne celebrazione della Santa Messa.
La storia della chiesa parrocchiale di Ombriano ha origini antichissime che si possono collocare con certezza intorno agli anni 1000 o addirittura prima perché sin dal 500 si hanno notizie dell’esistenza di una comunità cristiana ad Ombriano. Da un documento del 1178 emerge che la chiesa Santa Maria Assunta d’Ombriano era subordinata alla chiesa di san Benedetto in Crema il cui priore nominava il parroco.
Il meraviglioso affresco della Vergine Maria Assunta e Incoronata Regina del cielo e della terra sulla cupola dell’altare maggiore così come appare dopo il recente restauro.
Il nome del primo parroco di cui si ha notizia storica è padre Galeazzo degli eremiti di Sant’Agostino che resse la parrocchia dal 1475 al 1498. Certo nei primi secoli la struttura dell’edificio non era l’attuale, ma si trattava di una costruzione molto più piccola che ha avuto un primo ampliamento nella seconda metà del 1500 perché le precedenti costruzioni erano pericolanti e quando fu aggregato a Ombriano il villaggio dei Sabbioni dopo il suo distacco dalla parrocchia della SS Trinità. La planimetria di questo edificio del cinquecento è stata rilevata negli anni recenti quando furono rifatte le pavimentazioni. La struttura attuale fu edificata tra il 1780 e il 1799 con il parroco Francesco Vimercati al quale succedette Angelo Cerioli. In seguito la chiesa fu gradualmente arricchita degli altari laterali e dell’altare maggiore. Fu poi abbellita con un numero notevole di tele di grande pregio artistico, molte delle quali sono tuttora presenti. All’epoca della consacrazione del 1865, l’interno della chiesa era stato intonacato e dipinto con una pittura decorativa molto semplice iniziata nel 1793. Nel 1890 fu affidato al pittore cremasco Angelo Bacchetta il compito di affrescare tutta la chiesa dopo aver completamente intonacato tutte le pareti e la volta. Ne risultò un impianto decorativo con un ricchissimo repertorio teologico, con figure e simboli del vecchio e nuovo testamento. Negli anni recenti la chiesa fu dotata di nuove vetrate e di un nuovo organo.
Infine, storia dei nostri giorni (2012-2014), il grande intervento di deumidificazione, di consolidamento, di messa in sicurezza e di restauro dei dipinti, degli intonaci e degli stucchi unitamente al rifacimento della nuova pavimentazione per la posa del nuovo impianto di riscaldamento a pavimento. La chiesa fu riaperta il 14 giugno 2014 con una solenne celebrazione presieduta del Vescovo di Crema Mons. Oscar Cantoni con una cerimonia che in parte ha richiamato la celebrazione del 1 ottobre 1865
Curiosità
La chiesa misura 42,30 m. di lunghezza 12,30 m. di larghezza e 18,30m. di altezza. Il campanile, dopo l’innalzamento del 1899 misura 45,89m. La torre campanaria porta 9 campane con tonalità Do maggiore. Nel 1965 ( quindi 50 anni fa ) sono state posate le 7 vetrate istoriate costruite dalla ditta Bontempi di Brescia. Nel 1997 fu installato il nuovo organo costruito dalla ditta Inzoli cav. Pacifico , di Bonizzi f.lli di Ombriano.
Questo cartiglio con la scritta “DEIPARAE ASSUMPTAE” è collocato alla sommità dell’arco che separa la navata e l’altare maggiore della nostra chiesa e visibile appena davanti all’ affresco della Vergine Maria Assunta e Incoronata Regina del cielo prima riportato. Un primo significato interpretativo di questa scritta latina è: dedicata all’Assunta . Il significato letterario però è questo: alla Madre di Dio Assunta – Deiparae in coelum assumptae – Alla Genitrice di Dio Assunta in cielo , per significare che questa nostra chiesa è dedicata a Maria, Madre di Dio, Assunta in cielo. In un semplice cartiglio un compendio di Fede e di Teologia.